Pagina:D'Annunzio - Laudi, I.djvu/166

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LAUDI DEL CIELO E DEL MARE

grandezza!) si volsero avvinte
per le flessibili mani
in quell’atto lor consueto
3836che usavan danzando al cospetto
di Apolline. E niuno vide
se risero o piansero. Vidi
ben io ma tacere m’è caro.
Inclinate il fianco sul vento,
alte melodie non udite,
senza traccia sparvero in coro
3843le nove antiche Sorelle.

E la nomata nel grido [La decima musa]
Euplete Eurètria Energèia,
la nomata nel grido
umano coi nomi divini
delle plenitudini e delle
virtù, l’invocata da tutti
3850nell’alba, la decima Musa
apparì, discese dal monte
in mezzo agli uomini. E da prima
non tutti la videro quivi;
ma credetter forse che il fiato
d’una primavera improvvisa
li soffocasse d’amore,
3857e ne tremarono. Io
la vidi. E mi parve che il sangue
m’abbandonasse e corresse
fumido sotto i piedi
della vegnente a invermigliarne


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