grido, selvaggio urlo come a Palermo,
come a Palermo urlo di popolo ebro.
“O cuore, balzi? Placato ancor non sei?„ 120L’Eroe sorride; ma gli occhi del veggente
veggono il sole su la città che ferve
colui che parla e l’ultimo suo gesto,
il furibondo palpito che solleva
tutto quel muto popolo come un petto 125immortale, e tutto il sangue repente
sparir dai volti innumerevoli, e
tutte le bocche urlanti, tutte le
mani distese in alto alla ringhiera;
Piazza Pretoria fatta dal travincente 130amore vasta come l’Italia intera
l’anima d’un popolo fatta un cielo
di libertà, eguale al giorno ardente;
una bellezza nuova per sempre accesa
nel triste mondo, un’imagine eterna 135di gloria impressa nel vano velo, eretta
un’altra cima, ala data alla Terra!
VI.
“
O
CUORE, balzi? Non sei placato ancóra?„
L’Eroe sorride; ma si tocca la fronte
ove in quel dì battevan forte il sole