ingigantita nel travaglio marino. 410Subitamente gli apparisce supino,
a mezzo il colle, nel sangue che invermiglia
tutto il pianoro. È caduto così
l’alfiere, primo all’assalto. Garrisce
dopo lo schianto la bandiera investita, 415come da un vento d’ira, dal grande spiro:
e sul torace come sur un macigno
fanti e cavalli s’azzuffano in prodigi
di furia, e tutta la virtù dell’estinto
ecco risorge viva in un cuore vivo, 420ed è il torace dell’eroe come un plinto
alla grandezza d’un altro eroe. “Così
dunque volete morire?„ Un leonino
fremito scuote il Dittatore. Ei mira
sé nel gigante biondo che gli somiglia, 425nel marinaio ligure che morì
com’ei vorrebbe. Cupo aggrotta le ciglia;
con gli occhi fissi interroga il Destino.
XIV.
E
DALLA morte sorge l’ombra di Roma.
Come il pastore dell’Agro spaventoso 430nel ferin sangue porta germe nascosto
d’antica febbre che sùbita riscoppia [L’ombra di Roma]
mentre di sotto l’arco dell’acquedotto