Pagina:D'Annunzio - Laudi, III.djvu/44

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DELLE LAUDI - LIBRO


5Non è non è dal cielo Beatrice
discesa in terra a noi
bagnata il viso di pianto d’amore?
Ella col lacrimar degli occhi suoi
tocca tutte le spiche
10a una a una e cangia lor colore.
Stanno come persone
inginocchiate elle dinanzi a lei,
a capo chino, umìli; e par si bei
ciascuna del martiro che l’attende.

15Vince il silenzio i movimenti umani.
Nell’aerea chiostra
dei poggi l’Arno pallido s’inciela.
Ascosa la Città di sé non mostra
se non due steli alzati,
20torre d’imperio e torre di preghiera,
a noi dolce com’era
al cittadin suo prima dell’esiglio
quand’ei tenendo nella mano un giglio
chinava il viso tra le rosse bende.

25Color di perla per ovunque spazia
e il ciel tanto è vicino
che ogni pensier vi nasce come un’ala.
La terra sciolta s’è nell’infinito


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