Pagina:D'Annunzio - Laudi, IV.djvu/115

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QUARTO - MEROPE


Ora a Palermo per divino fato
il Fiordaliso ed il Lambel vermiglio
147raddotto hai tu, non in vessillo issato,

o Elena di Francia, ma in naviglio
ricrociato d’amore e di dolore,
150ove tu splendi come il più gran giglio.

“Così è germinato questo fiore!„
par sorrida colui che su la roccia
153del sacro balzo, ove l’umano errore

si purga, Ugo Ciapetta che rimproccia
suo seme ha visto tutto volto in giuso
156fonder per gli occhi il male a goccia a goccia.

“Nuova luce percote il viso chiuso„
dice la Voce. E dice: “Qui si monta.„
159Ed ovunque il suo spirito è diffuso.


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