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Note alla Canzone dei Dardanelli

Il nome di Giustiniani presero poi i Maonesi, come per congiungersi in una vasta famiglia e dinastia, rinunciando ciascuno al nome suo proprio. E la Maona fu detta allora dei Giustiniani di Scio. I primi dodici socii della corporazione, che fecero la rinunzia e assunsero il nuovo nome, furono: Nicolò Caneto, Giovanni Campi, Nicolò di San Teodoro, Gabriele Adorno, Paolo Banca, Tommaso Longo, Andriolo Campi, Raffaello di Fornetto, Luchino Negro, Pietro Oliverio e Francesco Garibaldo.

Il commercio più importante e più remunerativo per la Maona era quel del mastice, prodotto nei quattro distretti meridionali di Chio e raccolto da speciali agenti “officiales super recollectionem masticis.„

I dinasti di Scio furono anch’essi tocchi dall’Umanesimo. Ornatissimo fra gli altri fu quell’Andriolo Banca che, in grazia al suo sapere, divenne amico di Eugenio IV. Cantò in versi italiani la guerra del 1431 contro Venezia. Le lettere di Ciriaco d’Ancona a lui dirette hanno molti curiosi particolari su le rovine del Tempio d’Apollo in Cardamyla e sul monumento d’Omero; presso il quale Andriolo aveva costrutto all’ombra dei pini e al murmure d’un fonte una casa “omerica„, procul negotiis.


🙦 Nella evocazione del sublime marinaio greco Costantino Canaris, si allude alla impresa da lui compiuta contro il naviglio di Kara Alì ancorato in Cesmè, la notte del 18 giugno 1822. Egli aveva per compagno Pepinos nativo di quell’ammirabile Hydra “sì nuda che in qualche luogo manca la terra per seppellire i morti„, di quell’Hydra che fu diletta ad Andrea Miaulis, all’audacissimo navarca sepolto nel Pireo presso la tomba di Temistocle.

I giovani palermitani dovrebbero in giorno di vittoria so-


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