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Pagina:D'Annunzio - Notturno.djvu/194

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182 notturno


Te ne ricordi? Ti ricordi tu di quel verso che ti fece sorridere e piangere?

Come vien l’acqua al cavo della mano.

Non sono io sempre per te l’acqua che viene al cavo della tua mano?

Sempre raccogli la mia innocenza immacolata.


Ecco la casa. Ecco la soglia. Ecco la scala.

Tu sei in cima, sorretta dalle mie sorelle. Le mura tremano come le mie ossa. Le ginocchia si piegano. Il cuore monta, e si lacera alla tua felicità.



Perché dunque volli portare anche una volta lontano il mio cuore lacerato? Perché mi lasciai rapire anche una volta dalla smania del «folle volo»? Perché abbandonai anche