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notturno 209


È un angelo tunicato che si distacca da una cantoria fiorentina.

Precede la musica e l’annunzia.

Le prime note del quinto Trio dei fiammingo Beethoven mi toccano il cuore veramente, corporalmente, come le bacchette battono il timpano nel marmo vivente di Luca.

È il trio detto degli Spiriti.

Lo ascolto come dopo la morte.

I musici sono nascosti, sono di là.

La piccola stanza chiusa è come una cassa armonica.

Il cembalo, il violino, il violoncello sono tre voci che parlano come in un dramma religioso, come in un mistero sacro.

Ho abbassata la benda anche su l’occhio vivo.

Quando, dopo la pausa, gli strumenti cominciano il Largo, vedo una zona gialla compenetrare una zona violetta.

Poi vedo un drappo violetto or-

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