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Pagina:D'Annunzio - Notturno.djvu/462

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450 notturno


Ho una gamba sovrapposta all’altra, e quest’attitudine mi riconduce nell’imaginazione una movenza ch’io so di Giuda.

Quando nella cena dell’ultima pasqua, Gesù disse, mentre ì discepoli seco mangiavano: «Io vi dico in verità, che l’un di voi, il qual mangia meco, è per tradirmi», Giuda Iscariot era seduto con una gamba accavallata su l’altra. All’udire la parola del Maestro, egli tolse la gamba di su l’altra, come per levarsi.

«Era Giuda seduto con le gambe a cavalcioni...»

L’importanza di quell’attimo, di quel movimento. Egli era tuttavia seduto ma in punto di levarsi. Egli era per dire: «Maestro, sono io desso?»

Era presso di lui, a mensa, Giacomo il figliuolo di Zebedeo, il pescatore galileo. Ed egli s’accorse che Giuda aveva tolto la gamba di su