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È il sabato santo.

D’improvviso il suono delle campane commuove in grandi onde il silenzio funerario, mentre io sono disteso sul letto, avvolto strettamente nel lino, fasciato come Lazaro, con un sudario sul capo.

Dopo aver tanto agitato la mia tristezza, ecco che le campane agitano la mia speranza.

Si compie oggi la nona settimana dal mio ritorno, dalla mia condanna, dall’inchiodamento del mio corpo nel buio. Un presagio della Sirenetta m’ha illuso. E nell’aria della Resurrezione e nell’aria dell’Ascensione non ci sembra tuttavia di sentir passare il soffio del prodigio?

Nessuna voce mi chiama perché