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478 notturno


Chi si nutre di bellezza cresce in bellezza.

Vorrei indugiarmi per sorprendere l’attimo in cui la cetonia aprirà le ali fuori della sua armatura dorata e s’involerà lungo un raggio.


Il pomeriggio declina. Non v’è più bava di vento. Le foglie nuove respirano e sperano, le vecchie meditano e rammentano.

Una vasta fioritura di glicini, che copre tutto il muro sino al tetto partendosi da un ceppo simile a un groviglio di corde, mi dà imagine d’una rete ch’io vidi trarre al lido dell’Atlantico piena di vane meduse quasi violette.

Le rondini rissano e stridono con furore, e soffro delle antiche trafitture come se mi passassero fuor fuore a saetta.

Vedo in un angolo due annaffiatoi capovolti; e, non so perché, mi dànno il senso del silenzio, fanno una pausa negli stridi laceranti.