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Ho tuttavia un profondo canto nel cuore temprato.


Il sole tramonta di là dalla curva del canale che ora è verde come l’alloro parlante.

Le campane tacciono, ma l’aria sembra fremere nell’attesa del loro suono angelico.

Il mio occhio coperto è pieno di glicini luminosi; ma l’altro, disabituato, trasogna.

Fuori del tempo un’armonia lenta si svolge.

La casa di Corè non è se non una vasta ghirlanda sostenuta dalle teste dei leoni chine su l’acqua.

Dal palazzo Dario alla Chiesa della Salute, il cotto e la pietra nel lume roseo si fanno quasi carnali.

Le facciate si appoggiano l’una all’altra, come donne reclinate l’una verso l’altra per non cadere, invase dal sùbito languore d’aprile.

Una grande barca nera, carica di