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Pagina:D'Annunzio - Notturno.djvu/87

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notturno 75


Vedo gli altri due marinai di guardia, pel vano della porta che va nella stanza del meccanico.

Angelo Belloni si siede accanto a me. È un poco sordo. Parla, parla.

Per rispondergli devo mettere la mia bocca accanto al suo orecchio destro.

È un grande e sincero amico del morto. Parla di lui. Come lo conosce!

Tenerezza delle amicizie giovenili.

Rifà qualcuno dei suoi modi, racconta qualcuna delle sue piccole manìe.

Loda specialmente la sua bontà profonda, nascosta, pudica. Adduce esempi su esempi.

Mi dice, anch’egli, quanto mi amasse, qual beneficio egli avesse tratto dall’avermi incontrato.

Si parla, si parla. L’anima dell’amico è viva, presente, operante. Ci leviamo quasi insieme, di sùbito, con uno stesso pensiero.

Scopro il viso del morto. Ahimè!