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notturno 85

sciati stanno contro l’asse del fondo, il capo tocca l’altra asse.

C’è una specie di orrore impietrato, intorno a me.

Sento contro la mia l’anima di Luigi Bresciani, la più tenera, la più devota, la più pura.

Io solo mi avanzo, m’inginocchio, guardo il cadavere, depongo il mazzo di rose su i suoi poveri piedi rotti e fasciati.

Le mani sono gialle, il viso è quasi nero, come quello d’un mulatto. La bocca è coperta dal bavaglio di cotone.

Ho il coraggio di sfiorare le mani con le mie labbra.

Mi rialzo, soffocato; mi volto, vado verso Luigi che non ha più colore, che ha una bocca convulsa di bambino. Piego la faccia su la sua spalla, singhiozzando.

Odo il lettuccio passare accanto a me, su le sue ruote, spinto verso la porta del fondo aperta sul chiostro.