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126 la siesta.


Quella voce umana d’improvviso fece a Donna Laura un’impressione singolare. Ella guardò. Su ’l fiume navigava una barca, a pena visibile tra il vapor luminoso; e un’altra barca, ma a vela, biancheggiava a maggior distanza. Nella prima barca si scorgevano forme d’animali: erano forse cavalli.

‟Ooh, La Martinaaa!” richiamò la voce.

Le due barche si avvicinavano l’una all’altra. Quello era il punto delle secche, dove i barcaiuoli pericolavano quando il carico pesava.

Donna Laura, ferma sotto un olivo, appoggiata al tronco, seguiva con lo sguardo la vicenda. Il cuore le palpitava con tanta violenza che le pareva i battiti empissero tutta la campagna circostante. Il fruscio dei rami, il canto delle cicale, il lampeggio delle acque, tutte le sensazioni esteriori la turbavano, le mettevano nello spirito un disordine quasi di demenza. L’accumulamento lento del sangue nel cervello, per l’azione del sole, le dava ora una visione leggermente rossa, un principio di vertigine.

Le due barche, giunte a un gomito del fiume, non si videro più.

Allora Donna Laura riprese a camminare, un po’ barcollante, come un’ebra. Le si presentò dinanzi un gruppo di case riunite in torno a una spe-