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Pagina:D'Annunzio - San Pantaleone, 1886.pdf/21

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san pantaleone. 13

bronzo, giunse nel sotterraneo, dove il busto del santo si custodiva. Tre lampade, alimentate d’olio d’oliva, ardevano dolcemente nell’aria umida del sacrario; dietro un cristallo, l’idolo cristiano scintillava con la testa bianca in mezzo a un gran disco solare; e le pareti sparivano sotto la ricchezza dei doni.

Quando l’idolo, portato su le spalle da quattro ercoli, si mostrò alfine tra i pilastri del vestibolo, e s’irraggiò alla luce aurorale, un lungo anelito di passione corse il popolo aspettante, un fremito come d’un vento di gioia volò sopra tutte le fronti. E la colonna si mosse; e la testa enorme del santo oscillava in alto, guardando innanzi a sè dalle due orbite vuote.

Nel cielo ora, in mezzo all’accensione eguale e cupa, a tratti passavano de’ solchi di meteore più vive; gruppi di nuvole sottili si distaccavano dall’orlo della zona, e galleggiavano lentamente dissolvendosi. Tutto il paese di Radusa appariva dietro come un monte di cenere che covasse il fuoco; e, dinanzi, le masse della campagna si perdevano con un luccichío indistinto. Un gran cantico di rane empiva la sonorità della solitudine.

Sulla strada del fiume il traino di Pallura fece ostacolo all’incedere. Era vuoto, ma conservava