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80 annali d’anna.

le cose che erano su l’altare, con la testa vacua, poichè dalla mattina non aveva più mangiato. E le prendeva le vene una debolezza immensa; la conscienza le veniva meno in una specie di annientamento.

Sopra di lei, lungo la nave centrale le lampade di vetro componevano una triplice corona di fuochi. In fondo, quattro massicci tronchi di cera fiammeggiavano ai lati del tabernacolo.

XIV.

I cinque giorni della festa Anna visse così, dentro la chiesa, dall’ora mattutina fino all’ora in cui le porte si chiudevano, fedelissima, respirando quell’aria calda che le metteva nei sensi un torpore beatifico, nell’anima una felicità piena di umiltà. Le orazioni, le genuflessioni, le salutazioni, tutte quelle formule, tutti quei gesti rituali ripetuti incessantemente, le avevano dato una specie di ottusità contro ogni altra sensazione che non fosse religiosa.

Rosaria, la figlia di Sblendore, intanto ne traeva profitto, movendo la pietà di lei con false querimonie e con lo spettacolo miserevole del vecchio paralitico. Ella era una femmina malvagia, esperta