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medici militari come una delle cause più predisponenti alle infezioni castrensi, ha dimostrato in modo assoluto non solo la possibilità dello sviluppo di gravi febbri malariche recidive, ma anche meglio, dato il facile nesso fra uomo infetto e zanzara, dello sviluppo di febbri in soldati sicuramente immuni1.
- ↑ Altre cause predisponenti sono: la perfrigerazione del corpo, l’esposizione al sole per varie ore, l’abuso delle bevande alcooliche, le intossicazioni intestinali sia di natura alimentare che infettiva, le ferite e gli interventi chirurgici, i traumi psichici, la vaccinazione antitifica, ecc. Tutte queste diverse cause, fiaccando la resistena organica, rendono «inefficace la profilassi chimica» perchè sembra che il chinino aumenti il potere parassitolitico-schi-
va estendersi e diffondersi su tutta la superficie di una grande zona acquitrinosa e aveva esplicarsi non solo nella tutela dei soldati combattenti, ma anche nell’assistenza della popolazione civile. S’intuì subito, come la «Bonifica degli abitati» fosse il mezzo radicale di estirpazione della malaria dalle zone infette. Ma l’opera completa di sistemazione idraulica, che richiedeva il lavoro di anni, è stata interrotta dall’ondata barbarica, che tenta sommergere con l’unità nazionale l’opera di civiltà della nuova Italia! I risultati della profilassi, se non furono tutti corrispondenti alla complessa ed ordinata organizzazione del servizio, non furono affatto trascurabili. Se il chinino non sempre riuscì ad impedire l’infezione, la protezione meccanica individuale e collettiva (dove si potè attuare) fece scendere il numero dei colpiti dal 65%, raggiunto sotto l’ultimo periodo della dominazione austriaca nella zona del Basso Isonzo al 0%!