Pagina:D'annunzio - Elegie romane.djvu/115

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Per la profonda nave, che tanta ne’ secoli accolse
     2anima umana e tanta nube serrò d’aroma,

svolgesi il grave coro da bocche invisibili. Un rombo
     4l’organo a tratti caccia da la sua selva ascosa.

Cupo ne l’ombra il rombo propagasi giù pe’ sepolcri:
     6pajon tremar da l’imo le portentose moli.

Vegliano al sommo i magni pontefici benedicendo:
     8stanno a le ferree porte gli angeli ed i leoni.