Pagina:D'annunzio - Elegie romane.djvu/145

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elegìe romane 135


Quivi la morte sia. Ti vegga da lungi più grande
     22d’ogni più grande cosa il morituro e — Ave —

dica — o tu, Roma, tu dolce e tremenda! Ave, o Roma
     24unica, o dell’anima nostra unica patria!