Pagina:D'annunzio - Elegie romane.djvu/158

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148 elegìe romane


quale una forma escita di mano d’artefice puro,
     66con incessante palpito da l’igneo

grembo esprimea ne l’aria le sue multiformi chimere
     68che lente il cielo sommo conquistavano.

Come divino allora mi parve il silenzio del chiostro
     70ove scendemmo. E un’Ombra muta scendea con noi.

Alto quadrato eretto su belle colonne polite:
     72era il tuo, Morte, candido vestibolo.