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2 | grammatica greca. |
§2.
La pronunzia delle lingue viventi s’impara dalla bocca di coloro, che le parlano bene; ma per le lingue morte non v’ha questo mezzo sicuro. I popoli moderni si sono adunque rassegnati a pronunziarle dando presso a poco a ogni lettera il valore della lettera corrispondente del loro proprio alfabeto.
Quanto al greco, la pronunzia indicata nella pagina antecedente1 è generalmente accettata in molte Scuole, perchè quella de’ Greci moderni (vedi § 12) è in disaccordo col latino, e sovente esprime con un solo e medesimo suono le forme grammaticali le più diverse, che l’alunno deve imparare a distinguere.
§3.
Per la pronunzia delle consonanti, bisogna osservare, che
γ. non ha mai il suono dolce della g italiana (genio girone): ma dinanzi a ε, η, e υ, si pronunzia come gu (guida), — Posto dinanzi a un’altro γ, e dinanzi a κ, χ, ξ, il γ si pronunzia come ν: per esempio, ἄγγελος; (nunzio angelo) pronunziate ann-gheloss; ἀγκάλη (braccio) pronunziate ann-kale. ; ἄγχι (presso) pronunziate ann-khi.
ζ. è una consonante doppia, che riunisce i due suoni zd o dz. Di queste due maniere di pronunziarla oggi si segue l’ultima.
θ. è aspirata, th; pronunziandola bisogna cercare di distinguerla da τ, t non aspirata. I Greci moderni la pronunziano come gl’Inglesi il loro th, e questa pronunzia sibilante rimonta ai primi secoli della nostra era.
λ. il doppio λλ non è mai addolcito come lo è in francese.