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8 grammatica greca.

§ 11

LETTURA.

In quanto agli esercizi di lettura, che sogliono a questo punto incominciarsi, deve farsi, e ripetersi di frequente agli alunni una raccomandazione importantissima.

Egli è necessario, che s’abituino fin dal principio a fare intendere in ogni parola la sillaba «accentuata, pronunziandola con un tono di voce un poco più alto che le sillabe non segnate d’accento. Questo è facilissimo per le sillabe lunghe, ma le sillabe brevi e segnate d’accento presentano una maggiore difficoltà, cui £erò l’organo ancora flessibile de’ giovani non penerà molto a vincere.

Nelle lingue moderne l’accento tonico rende lunga la sillaba, su cui si posa, sebbene la vocale per natura sia breve: nel greco e nel latino la vocale breve deve restare breve malgrado la maggiore intensità, con cui si pronunzia. Per esempio, in AÓ70; e lócus bisogna far sentire l’accento della prima sillaba, senza allungare V o che è breve. L’accento deve ognora essere sentito, ma non deve mai alterare la quantità.

Chi abbia sortito un’organo facile, perverrà immediatamente ad effettuare questa pronunzia, cosi intimamente legata al genio delle lingue antiche; agli altri un esercizio non lungo, ma indispensabile darà abbastanza d’agilità per pronunziare un suono breve con forza e rapidità ad un tempo.

Se poi il maestro con perseverante attenzione sorvegli alla simultanea osservazione dell’accento e della quantità nella pronunzia de’suoi scolari, ne vedrà resultare due vantaggi inapprezzabili: primo, l’armonia propria della lingua greca, affatto sfigurata, se si esprima o solo l’accento o sola la quantità, si rivelerà all’orecchio, per quanto è possibile oggimai di resuscitarla; secondo, l’abitudine della pronunzia accentuata insegnerà con l’uso ai discenti quello che si chiama l’accento primo, e che i grammatici non insegnano che imperfettamente in una lunga serie di regole complicate e ridondanti d’eccezioni.