Pagina:D'Annunzio - Laudi, I.djvu/200

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LAUDI DEL CIELO E DEL MARE

domato dall’attica forza.
4802Maratona, Maratona,
aquila precipitosa
dall’ali irsute di lance,
ben ti venne Tèseo sul fronte
degli oplìti a fianco d’Echètlo,
dell’eroe rurale che uccise
gran turbe di Medi col suo
4809mànico d’aratro e poi sparve.

Io sul tuo tumulo grande
colsi una rama d’alloro [L’alloro di Maratona]
che dure avea foglie di bronzo
ma bacche tra nere e azzurrigne
rilucenti come la testa
della rondinella cecròpia.
4816Poi, su la spiaggia arenosa
quasi palestra solenne,
raccolsi una selce che avea
forma di man chiusa. Ed allora
vidi Cinegìro figliuolo
d’Euforione aggrapparsi
alla protome della prua
4823barbarica, sotto la scure
del Medo; il combattimento
maraviglioso dell’Uomo
e della Nave, nel sangue
nell’incendio e nell’oro
di Serse, vidi anelando;
e chinarsi Eschilo armato


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