Pagina:Da Ponte, Lorenzo – Memorie, Vol. I, 1918 – BEIC 1797111.djvu/145

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cantanti, e in due specialmente, Puna tedesca e protetta forse un po’ troppo dal buon Salieri, l’altra italiana, che, sebbene sguaiata e di poco merito, pure, a forza di smorfie, di pagliacciate e forse di mezzi piú teatrali, s’era formata un gran partito tra cuochi, staffieri, camerieri, lacchè, parrucchieri, ecc., e per conseguenza si teneva per una gioia; era, oltre tutto questo, d’un carattere un po’ violento e fatto per irritar i malevoli, piuttosto che per conciliarsi amici. Questo però non le toglieva il suo vero merito, e perciò io la sostenni, la difesi contro ai cabalisti e, finché visse Giuseppe, vani furono tutti i loro intrighi, tanto contra lei che contra me. Scrissi per lei II pastor fido e La cifra con musica di Salieri, due drammi che non formaron epoca nelle glorie musicali di quello, sebbene in varie parti bellissime; e La scola degli amanti , con musica di Mozzart, dramma che tiene il terzo loco tra le sorelle nate da quel celeberrimo padre dell’armonia. Ma non fu in questi tre drammi che crebbe l’invidia de’ suoi nemici e de’ miei: fu in un’opera quaresimale di un nuovo genere, intitolata II pasticcio e rappresentata a benefizio de’ cantanti, nella quale introdussi i migliori pezzi di tutte le opere che in vari anni s’erano vedute su quelle scene, cangiando ogni sera la maggior parte di quelli, e accrescendo l’etTetto per un’introduzione inaspettata. Quest’opera era una critica assai arguta e piacevole del pubblico, degli impresari, de’ cantanti, de’ poeti, de’ maestri di cappella, alfine di me medesimo.

Piacque tanto, che si rappresentò dieci volte con crescente applauso. Gli amatori del teatro n’erano deliziosamente soddisfatti. L’entrate serali furono doppie, e l’imperatore medesimo portò ogni sera per la sua loggia cento zecchini, e dugento nella serata annunziata per me. Avendo io composto quell’opera senza soccorso di compositore, e presivi quelli tra cantanti, che aveano un diritto alla munificenza del pubblico e del sovrano per i loro talenti, tutti gli altri, ch’esclusi vidersi, divenner (urenti tanto contra la mia amica, per cui io avevo immaginato quello spettacolo, che contra me. Quegli, che sopra tutti si risenti, fu il bravo maestro Salieri ; un uomo eh’ io amai e stimai e per