Pagina:Da Ponte, Lorenzo – Memorie, Vol. I, 1918 – BEIC 1797111.djvu/227

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di prima. Entrai nella bottega d’un caffettiere che conoscevano, e domandai del caffè. V’erano in quella sei o sette persone, che prendevano la stessa bevanda e che parlavano di politica. Mi misi sul fatto a notare. — Stiamo freschi — dicea l’un d’essi — con questi nostri nuovi padroni! — Erano appunto in que’ giorni entrati i tedeschi in Venezia. — La carne, che, pochi di sono, vendevasi a otto soldi per libbra, ora si vende a dieciotto; il dazio del caffè è raddoppiato; la bottiglia di vino, che compravasi per tre soldi, or non puossi aver per meno di sei; e dicesi che sul tabacco, sul sale e sullo zucchero si porrá una gabella di sessanta per cento! — Tutto ciò non è niente

— soggiunse un altro: — stimo i due milioni che ci domandano!

— Due milioni di che? — replica un terzo — di conchiglie d’ostriche? — Di piastre d’argento — esclamò un quarto. Il bottegaio, che fremeva a tali parole, saltò in mezzo di questa gente, e: — Per caritá, miei signori! — esclamò tremando e con voce fioca — cessate di tenere tali discorsi. Io non ho voglia, e non credo che Labbia alcuno di voi, di sentire l’agilitá del bastone militare. — Ci condusse allora in un picciolo gabinetto, chiuse le finestre e le porte, e ci narrò come la sera antecedente alcuni giovani veneziani parlavano insieme in tuon d’allegria poco distante dalla sua bottega, e come alcuni soldati tedeschi, che vi passarono, credettero che disputassero, e, prendendone due, che piú forte degli altri parlavano, dopo due o trecento

  • potztausendsackermcnt!», diedero loro tra coppa e collo diversi

colpi di bastone e li condussero al corpo di guardia, dove, non essendovi alcuno che intendesse L italiano, tenuti furono fin la mattina (*). Partii piú afflitto da quel caffè, che non parte un (i) La severitá de’subalterni non arriva quasi mai senza maschera fino al trono. Voglia Dio che questo volumetto giunga alle mani di lui, che tiene il freno delle belle contrade, e che qualche pietade alfin lo stringa. Lidi miei voti il ciel ! Si sovenga il lettore di questo verso.