Pagina:Da Ponte, Lorenzo – Memorie, Vol. I, 1918 – BEIC 1797111.djvu/85

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difficilissimo genere di composizione (*), e cfie, mentre pagavano mille e duemila per poche sere a un gorgheggiante Narsette o ad una filarmonica Taide, non avevan rossore di offrir quindici o venti piastre per un libretto, cfie costa qualche volta tre mesi di sudato lavoro ad uno scrittore consumato. Contribuiva altresí al discadimento vituperevole di si bell’arte la somma ignoranza di quasi tutti i cosi detti maestri di cappella, cfie facean generalmente della bellissima musica sulle sconce e triviali parole de’ lazzaroni napolitani, come, o meglio forse, di quello cfie fatta l’avrebbero sulle soavissime ariette di Metastasio. Tale era al mio tempo lo stato del teatro drammatico in Italia. Non so qual sia a questi tempi. Ma dalle opere, a cui Rossini ha fatto una si bella musica, ne traggo augúri molto cattivi.

Non parti per altro,del tutto dal capo mio quel suggerimento dell’amico, anzi mi incoraggi poco tempo dopo, come vedremo, a tentar anch’io la mia sorte nella lizza drammatica in uno de’ piú conspicui teatri del mondo.

Mi presentò intanto l’amico agli amici suoi, tra’ quali tenevano il primo loco il conte Marcolini, primo ministro e gran favorito di quell’elettore, ed un rispettabile e dotto ex-gesuita, cfie pur godea della stima e della grazia di quel sovrano. Strinsi in poco tempo con quest’ultimo tanta familiaritá ed amicizia, cfie non ebbi ribrezzo di narrargli la storia mia. Ne rimase egli commosso, e, dopo aver esaminato piú volte la lettera da me ricevuta a Gorizia e udita tutta la faccenda di Colletti e de’ versi miei, trovò cfie il sospetto era molto ben fondato. Lodò altresi la delicatezza da me adoperata con Mazzola, ch’egli amava e stimava moltissimo; perché, diceva egli, quel bravo galantuomo, sentendo la cosa, provato avrebbe un immenso cordoglio, senza poter rimediarvi. Alle qualitá eccellentissime di core e di spirito accoppiava questo colto ex-gesuita un gusto (i) Un poeta drammatico nu disse, quasi con pompa, ch’egli si faceva pagar bene dagli impresari. Per quattro opere buffe, da lui composte in un anno, aveva avuto ottanta piastre da un certo Zardon i Questo poeta dovea vivere di rugiada!