Pagina:Da Ponte, Lorenzo – Memorie, Vol. I, 1918 – BEIC 1797111.djvu/93

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le leggi permesso l’avessero, le avrei impalmate entrambe nel momento stesso. Con tutto questo, io ho avuto la forza di frequentar la lor casa piú di due mesi, senza dir né all’una ne all’altra una parola d amore. In veritá io scherzava assai piú colla lor madre; e un giorno le dissi alla presenza di molta gente, per ischerzo s’intende: — Signora, se non foste maritata, non verrei senza paura a trovarvi. — Ella si mise a ridere, ma poi mi disse pian pianino all’orecchio: — Chi vuol bene alla figlia accarezzi la mamma. — Quando fummo soli, mi tenne questo discorso: — Da Ponte caro, ascoltate senza interrompermi: bisogna terminar la commedia. Le mie due figliuole son pazzamente innamorate di voi; e, se non m’inganno, voi pure siete innamorato delle due mie figliuole. Voi vedete bene che una madre prudente non può lasciar correre le cose cosi, e mi duole moltissimo di averle lasciate giá correre un poco troppo: ho gran paura che alcun di noi in ogni modo debba esserne la vittima; forse tutti La gioventú, che viene da noi, s’è giá accorta di questo, e quelli, che hanno qualche buona intenzione sulle mie figlie, ne son gelosissimi e non han riguardo di dirlo. Caro Da Ponte, bisogna risolvere qualche cosa. Non voglio che mi rispondiate su due piedi. Vi lascio tempo fino a domani; ma non un’ora di piú. — Detto questo, parti come un fulmine.

Se queste parole fossero per me tanti coltelli, sei pensi chiunque ha un core. Dopo pochi minuti mi alzai per partire; ma ii padre, entrando neiia camera colie due ragazze, ambedue lagrimanti e vestite da viaggio: - Addio — disse, — signor Da Ponte. Vado colle mie figlie a fare un piccolo viaggetto. State bene. — Le due giovanette non osarono guardarmi in faccia, e partirono col padre. Fulmine sopra fulmine! Lo stato dell’anima mia in quel momento non si potrebbe dipingere. Andai a casa, entrai nella mia camera ; ma non trovava né rimedi né consolazioni. lo n’era disperato. Un matrimonio in ogni altro caso avrebbe potuto por fine a tutti i guai ; ma per me nemmen questo poteva farsi. Oltre che la follia inusitata d amarne due giungeva all’eccesso di non lasciarmi padrone di scegliere, ogni