Pagina:Da Ponte, Lorenzo – Memorie, Vol. II, 1918 – BEIC 1797684.djvu/103

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dovean presto crescer in numero pe’ doni promessi; volumi di cui ogni sottoscrivente co’ suoi eredi avrebbe avuto il diritto di legger per anni e secoli, pel tenuissimo prezzo di cinque piastre. Or chi crederá che, né per consigliare né per pregare, nella ricca, spiritosa e popolatissima cittá di New-York, ove ebbi piú di mille cinquecento allievi ed assai piú amici, in tre anni di cure io non abbia potuto ottenere piú di settanta persone che cinque o dieci piastre sborsassero per uno stabilimento si utile e si decoroso? (*). Ed è da meravigliarsi che, dove il mio solo Catalogo ragionato bastò a eccitare la curiositá de’ dotti di altre cittá dell’Unione, a segno di stabilire delle nobili biblioteche nelle loro universitá e collegi, la sola New-York non siasi arricchita finora se non parzialmente di tal tesoro! Né per alcuno si creda eh’essendo New-York una cittá commerciante di primo ordine, e non avendo né un attivo né un passivo commercio di molta conseguenza coll’Italia, la sua lingua non le diverrebbe d’alcuna utilitá, e perciò una biblioteca sarebbe una spesa superflua, perché allora gli chiederei di che utilitá le son nel commercio la latina e la greca, che con tanto fervore e parzialitá questi commercianti stessi coltivano, e di cui amplissime biblioteche, e non colla modica spesa di cinque o dieci piastre, ma con profusione pecuniaria, si erigono. Che dirò poi delle somme immense che si scialacquano per apprenderle? E fosse almen vero, per non parlare se non della prima, che, dopo tutto, i progressi degli imparanti fossero alla spesa corrispondenti ! Ma, o sia per difetto di metodo e di sapere negli insegnatori, o di diligenza negli studenti, pochissimi sono quelli che il vero sapore e l’«urbanitá» di quella lingua conoscono; e meno ancora son quelli che, passando da’ginnasi alle fattorie, si ricordino dopo qualche anno di quel che per lungo tempo hanno letto e studiato. Un giovine americano, che aveva in soli sei mesi imparato da me l’italiano: — Bramo — mi disse un giorno — di apprendere da voi anche il latino. L’ ho (i) Due soli italiani : il signor F. Mossa di Palermo e il mio signor Rossetti triestino !