Pagina:Da Ponte, Lorenzo – Memorie, Vol. II, 1918 – BEIC 1797684.djvu/262

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sulla sua galante «histoire militaire», inducono a supporre che gli altri, messi in giro dal Da Ponte, fossero veramente frange dovute alla sua fertile e maligna immaginazione. E dire che la vezzosa Caton non gli aveva fatto né poteva fargli nulla di male, e viveva contemporaneamente a lui a Vienna, e aveva quindi il modo di difendersi e di smentirlo! Figurarsi che cosa potrá esser di vero nelle tante infamie, che egli attribuí nelle Memorie ai tanti morti, che gli avevan fatto del male, o dai quali immaginava di averne ricevuto! (*).

Checché sia di ciò, la prima edizione delle Memorie, sia per l’ignoranza dello stampatore, sia per la poca diligenza dell’autore, riusci, dal punto di vista tipografico, cosí nefanda, che il Da Ponte stesso scriveva di vergognarsi di se medesimo quando ne rileggesse «una sola parola» ( 2 ). Perciò forse egli, nonché limitarsi a pubblicare in séguito la sola continuazione della sua Vita dal 1819 in poi, che aveva promessa al termine dell’ultimo volume dell’edizione or ora ricordata, pensò, fin dal 1827, di dare di tutte intere le sue Memorie una seconda e piú corretta edizione, che si proponeva di dedicare al suo amico e benefattore Tommaso Iacopo Mathiás (cosa che poi non fece) e di fare stampare a Milano dalla casa editrice Fusi e Stella, con la quale da alcuni anni era in rapporti di affari( 3 ). La preparazione di codesta seconda edizione, iniziata verso la metá del 1828(4), era giá stata da lui condotta in (1) P. cs., nella prima edizione il D. P. accusava Giovanni Gallcrini, una delle sue bètes noireS, di aver nientemeno incendiato il teatro Drury-Lane di Londra con l’aiuto di un complice, che avrebbe poi mandato all’altro mondo mediante un fiasco di «vino toscano» avvelenato (presente ristampa, II, 149). Ma l’asserzione dovè sembrare a lui medesimo cosí inverisimile, che la soppresse nella seconda edizione. (2) Si veda la sua lettera a Michele Colombo del 20 giugno [1828], in Bernardi, op. appresso cit., p. 195; nonché l’altra sua lettera al Pananti del 30 marzo 1829 (cit. Scritti minori del P., p. 34:), in cui il D. P. dice di aver trovati nei primi tre volumetti di quell’edizione treceutonovantadue errori di stampa. (3) Lettera al Mathias del 12 novembre 1827, nel presente volume, p. 185. (4) Inciterá al Colombo del primo agosto 1828, in Bernardi, p. 184 : «Io ho creduto per lungo tcmj>o che le mie Memorie né interessassero né piacessero; ma a questi ultimi tempi alcune persone di garbo mi vorrebbero far cangiare opinione, cd ho diversi editori’ che mi domandano diritto di copia e m’offrono buoni prezzi. Le ho quindi rilette, c quasi quasi cangiai opinione. Sto scrivendo l’ultima parte dell’ultimo volume [e cioè la quinta parte ] e fo delle aggiunte e delle note a’ volumi giá pubblicati; vi levo de’tratti superflui e censurabili; vi correggo i maladctti gallicismi, che la mia venerazione al Cesarotti mi fece adottare, e, ciò fatto, è probabile ch’io mi lasci indurre a farne una seconda pubblicazione. Ho scritto di ciò anche