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nopoli, dal quarantanove in qua, onoranda come quella di tutti i nostri fuorusciti del ventuno, primavera sacra d’Italia.

Tra poco saremo alla pioggia. «Fortunato chi potrà avere un cantuccio laggiù, nel Ministero della guerra!», disse Giusti, un astigiano sempre gaio d’umore, come gli corresse pel sangue il vino de’ suoi colli. Il Ministero della guerra poi, è una carrozza mezzo sconquassata, che ci viene dietro menando l’Intendenza, le carte e il tesoro militare, a quel che intesi un trentamila franchi. Ma in quella carrozza ve n’hanno due dei tesori; il cuore di Acerbi e l’intelletto di Ippolito Nievo. Nievo è un poeta veneto, che a ventott’anni ha scritto romanzi, ballate, tragedie. Sarà il poeta soldato della nostra impresa. Lo vidi rannicchiato in fondo alla carrozza, profilo tagliente, occhio soave, gli sfol-