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d’uno dei mille. 143

Per quei colpi i latrati dei cani crebbero vicini, lontani, infiniti.

Passammo presso un casone immenso, addormentato o deserto; e, di là a pochi passi, entrammo nella strada grande che mena a Palermo. L’aria cominciava a rinfrescarsi per l’alba imminente.

Dai gruppi di case man mano più frequenti, si affacciava la gente paurosa, guatando il nostro passaggio. Ci fu comandato di camminare a quattro a quattro; di tenerci a destra rasente i muri degli orti; poi accelerammo il passo... dalla testa della colonna s’udì una schioppettata, e un all’armi gridato con disperazione: e allora fu un urlo terribile, un fuoco improvviso; un corri corri: «avanti! avanti!» entravamo nel combattimento.

Urtammo in una calca di picciotti: li rovesciammo parte negli orti, e parte li trascinammo con noi.