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d’uno dei mille. 33

a casa mia, confessando d’esser qui, e dicendo con chi e dove vado.

Mi sono tuffato in mare con una voluttà indicibile. Le acque erano tiepide, per tutta la riva una festa di nuotatori, sui poggi, a brigate, si vedevano i nostri godere il fresco dell’erba. Lungo la strada che mena ad Orbetello un gran viavai.

Ma che cosa facciamo qui? Che cosa si aspetta? Stanotte dormiremo a terra, e i nostri legni staranno all’ancora. Dicono che furono menati via dal porto di Genova per sorpresa. Che colpo, se venisse una nave da guerra a ripigliarceli! Il meglio sarebbe tirar via. Ma forse il Generale attende notizie, o altra gente, o armi. Appunto, sino ad ora non abbiamo armi. Soltanto alcuni se ne vanno attorno, con certe carabine che si tengono care come spose. Le hanno sempre in ispalla. Sono genovesi,