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la natura. | 149 |
lingue e delle leggi hanno consumato ogni antichità: ma a noi bastano le testimonianze delle cose nate nelle acque salse, ritrovarsi nelli alti monti, lontani dalli mari d’ali ora.
Se tu dirai che li nicchi, che per li confini d1 Italia lontano dalli mari, in tanta altezza si veggono alli nostri tempi, siano stati per causa del Diluvio, che lì li lasciò; 10 ti rispondo che, credendo tu che tal Diluvio superasse il più alto monte 7 cubiti, — come scrisse chi li misurò, — tali nicchi, che sempre stanno vicini ai liti del mare, e’dovriano restare sopra tali montagne, e non sì poco sopra le radici de’ monti, per tutto a una medesima altezza, a suoli a suoli.3 E se tu dirai, che, essendo tali nicchi vaghi di stare vicini alli liti marini, e che, crescendo in tanta altezza, che li nicchi si partirono da esso lor primo sito, e seguitarono l’accrescimento delle acque insino alla lor somma altezza; qui si risponde che, sendo 11 nicchio animale di non più veloce moto che si sia la lumaca, fori dell’acqua, — e qualche
- ↑ le conchiglie fossili.
- ↑ II tentativo d’incanalare l’Arno per bonificare tutto il piano d’Empoli e dintorni, già suggerito da Luca Fancelli (si veda Gr. Uziellt, La vita e i tempi di Paolo dal Pozzo Toscanelli. Roma, 1890, pag. 520), conduce il Vinci, dal campo strettamente pratico, ai più alti problemi di idraulica e di geologia. Il Sasso della Gonfolina, che si trova fra Sigila e Montelupo, formava in antico un altissimo argine, separatore di due vasti laghi, l’uno coperto dalle acque salse, l’altro dalle acque dolci (si veda il frammento LXXXI). Secondo Giovanni Villani (+ 1348), lontano ancora da ogni idea di dinamica terrestre, la mano provvida dell’uomo avrebbe spezzata questa diga, onde lasciare libeio il transito al fiume (Cfr. Croniche di Giovanni, * Matteo e Filippo Villani. Trieste, 1861); Leonardo vede nell’opera lenta dell’acqua la causa del benefico effetto. Alte e feconde sono le conclusioni che il Vinci seppe trarre da questo e da simili fatti, ma le puerili credenze del tempo (cfr. Francesco Patrizzi, De antiquorum rethorica. Venezia, 1562) erano radicate cosi profondamente nell’anima dei ricercatori, che, perfino due secoli dopo, Antonio Vallisnieri (Opere fisico-mediche. Venezia, 1733, voi. II), riguardato come il padre della moderna scienza geologica, ne sa assai meno di lui intorno all’esistenza delle conchiglie fossili e intorno alla meccanica delle trasformazioni terrestri.
- ↑ a strati, a strati.