Pagina:Dalla Terra alla Luna.djvu/138

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138 giulio verne

calore si ristrinse; gli spettatori più impazienti avvicinaronsi, un giorno furono guadagnate due tese, l’indomani quattro, e il 22 agosto Barbicane, i suoi colleghi, l’ingegnere poterno pigliar posto sullo strato di ferro che sfiorava la cima di Stone’s-Hill, luogo assai igienico certamente, dove non era ancor permesso di patir freddo ai piedi.

« Finalmente! » esclamò il presidente del Gun-Club con un immenso sospiro di soddisfazione.

I lavori furono ripresi quel giorno stesso. Si procedette immediatamente all’estrazione della forma interna, allo scopo di liberare l’anima del cannone; il piccone, la zappa e gli altri utensili funzionarono senza posa; la terra argillosa e la sabbia avevano acquistato una gran durezza sotto l’azione del calore; ma, coll’aiuto delle macchine, fu messa al dovere la mistura ancora ardente al contatto della parte di ferro fuso; i materiali estratti furono rapidamente trasportati su carri mossi dal vapore, e tutto andò così regolarmente, l’ardore al lavoro fu tale, l’intervento di Barbicane così diligente, ed i suoi argomenti presentati con tanta forza sotto la forma di dollari, che il 3 settembre tutta la traccia della forma era scomparsa.

Subito cominciò l’operazione del lisciamento; le macchine furono disposte senza ritardo, e manovrarono rapidamente giganteschi lisciatoi, il cui filo faceva scomparire le rugosità del metallo. Alcune settimane più tardi, la superficie interna dell’immenso tubo era perfettamente cilindrica, e l’anima del cannone avea acquistato un liscio perfetto.