Pagina:Dalla Terra alla Luna.djvu/18

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18 giulio verne

ed il suo nome si unirà a quelli dei trentasei stati che costituiscono il gran paese dell’Unione.

— Viva la luna! esclamò il Gun-Club ad una voce.

— Si è molto studiato la luna, riprese Barbicane! la sua massa, la sua densità, il suo peso, il suo volume, la sua costituzione, i suoi movimenti, la sua distanza, la sua parte nel mondo solare sono perfettamente determinati; si sono fatte carte selenografiche con una perfezione che pareggia, se pure non la supera, quella delle carte terrestri; la fotografia ha dato prove d’incomparabile bellezza del nostro satellite1. In una parola, si conosce della luna tutto ciò che le scienze esatte, l’astronomia, la geologia, l’ottica possono apprenderci; ma fino ad oggi non è mai stata stabilita alcuna diretta comunicazione con essa. »

Un violento moto di sorpresa accolse questa frase dell’oratore.

« Permettetemi, egli riprese, di rammentarvi con brevi detti, in qual modo alcune teste calde imbarcate per viaggi immaginarî, pretesero di aver penetrati i secreti del nostro satellite. Nel secolo diciassettesimo, certo Davide Fabricius si vantò di aver veduto co’ proprî occhi gli abitanti della luna. Nel 1649 un francese, Giovanni Baudoin, pubblicò il Viaggio fatto nel mondo della Luna da Domenico Gonzales, avventuriero spagnuolo. In quel torno, Cyrano di Bergerac diede alla luce le celebri spedizioni che fecero tanto rumore



  1. Si vedano le stupende immagini della luna, ottenute da M. Waren de la Rue.