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208 | giulio verne |
- Senza rifletterci un minuto, rispose il presidente del Gun-Club, e colla circostanza aggravante d’effrazione.
- Ed io l’avrei rilasciato libero, amico mio! Ecco perchè tu non potrai mai comprendermi.
- Nè lo tenterò neppure, mio eccellente artista.
- Almeno, riprese Michele Ardan, poichè l’esterno del nostro wagon proiettile lascia da desiderare, mi si permetterà di arredarlo a mio talento, e con tutto il lusso che si conviene ad ambasciatori della Terra.
- A questo riguardo, mio bravo Michele, rispose Barbicane, agirai a tuo talento, e noi permetteremo che tu così faccia. »
Innanzi di pensare all’aggradevole, il presidente del Gun-Club aveva pensato all’utile, ed i mezzi da lui inventati per iscemare gli effetti della scossa furono applicati con perfetta intelligenza.
Barbicane aveva detto in cuor suo, e non senza ragione, che nessuna molla sarebbe sì potente da render nullo l’urto, e durante la famosa passeggiata nel bosco di Skersnaw, aveva conchiuso col risolvere questa grande difficoltà in modo ingegnoso. Si è all’acqua ch’egli contava di domandare un servigio tanto segnalato. Ecco in qual guisa.
Il proiettile doveva essere riempiuto all’altezza di tre piedi di uno strato d’acqua, destinato a sopportare un disco di legno perfettamente chiuso che scorreva a sfregamento sulle pareti interne del proiettile. I viaggiatori pigliavano posto su questa vera zattera. Quanto alla massa liquida, era divisa