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altieri rispondevano ai cacciatori semi-selvaggi dei laghi ed ai mercanti di buoi di Cincinnati. Con in testa il cappello di castoro bianco a larghe tese od il classico panama, vestiti di calzoni di cotone turchino delle fabbriche d’Opelousas, ravvolti nelle loro blouses eleganti di tela greggia, calzati di stivaletti a colori smaglianti, essi facevano pompa di bizzarre gale di battista e mettevano a scintillare nelle loro camicie, nei loro manichini, nelle cravatte, alle dita, e financo nelle orecchie, tutta una raccolta di anelli, di spilloni, di brillanti, di catene, di boccole, di gingilli, il cui valore non potevasi pareggiare che al loro pessimo gusto. Donne, fanciulli, servitori in vestiti non meno opulenti, accompagnavano, seguivano, precedevano e circondavano que’ mariti, que’ padri, que’ padroni, che avevan sembiante di capi di tribù in mezzo alle loro innumerevoli famiglie.

All’ora delle refezioni bisognava vedere tutta questa gente precipitarsi sulle vivande speciali agli Stati del Sud, e divorare con un appetito minaccioso per l’approvigionamento della Florida, alimenti che ripugnerebbero ad uno stomaco europeo, come rane in fricassea, scimie in istufato, fish-chowder1, sariga arrostita, o’ possum ancor sanguinante, o racoon alla graticola.

Ma qual sequela variissima di liquori o di bevande veniva in soccorso de’ cibi indigesti! Quali grida eccitanti, qual simpatico vociare echeggiava nelle bar-rooms o taverne ornate di bic-

  1. Vivanda di pesci diversi.