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4 | giulio verne |
inventivo degli americani. Gli attrezzi di guerra presero proporzioni gigantesche, ed i proiettili andarono al di là dai limiti permessi a tagliare in due gl’inoffensivi passeggeri. Tutte queste invenzioni lasciaronsi indietro i timidi istrumenti dell’artiglieria europea. Si giudichi dalle tre seguenti.
Una volta «ne’ bei tempi» una palla da trentasei, alla distanza di trecento piedi, attraversava trentasei cavalli, presi di fianco, e sessantotto uomini. Era l’infanzia dell’arte. Da quei giorni i proiettili hanno percorso molta strada. Il cannone Rodman, che lanciava a sette miglia una palla del peso di mezza tonnellata, avrebbe facilmente abbattuto centocinquanta cavalli e trecento uomini. Si trattò anzi al Gun-Club di farne una prova solenne. Ma se i cavalli acconsentirono a tentare la prova, sventuratamente gli uomini non ebbero tale condiscendenza.
Checchè ne sia, l’effetto di questi cannoni era micidialissimo, e ad ogni scarica i combattenti cadevano come spiche sotto la falce. Che cosa erano mai, a petto di siffatti proiettili, la famosa palla che a Coutras, nel 1587, mise venticinque uomini fuori di combattimento, e l’altra che, a Zorndoff, nel 1758, uccise quaranta fanti, e, nel 1742, il cannone austriaco di Kesselsdorf, ogni colpo del quale mieteva le vite di settanta nemici? Che cosa erano i sorprendenti fuochi di Jena o d’Austerlitz, che decidevano dell’esito della battaglia? Ben altro erasi veduto durante la guerra federale! Al combattimento di Gettysburg, un proiettile conico lanciato da un cannone rigato colpì centosettantatre