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Pagina:Dalla Terra alla Luna.djvu/57

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dalla terra alla luna 57

— Siamo pronti, risposero i membri del Comitato, sorbendo ciascuno mezza dozzina di sandwiches.

— Voi sapete qual è il quesito da risolvere, riprese il presidente: si tratta d’imprimere ad un proiettile una velocità di dodici mila iardi al secondo. Ho motivo di credere che ci riusciremo. Ma in tal momento esaminiamo le velocità ottenute fin qui, e il generale Morgan potrà edificarci in proposito.

— Tanto più facilmente, risposte il generale, che durante la guerra io era membro della Commissione degli esperimenti. Vi dirò dunque che i cannoni da cento di Dahlgreen, che portavano a duemila e cinquecento tese, imprimevano al proiettile una velocità iniziale di cinquecento iardi al secondo.

— Bene, e la Columbiad Rodman?1 domandò il presidente.

— La Columbiad Rodman, provata nel forte Hamilton, vicino a Nuova-York, scagliava una palla del peso di mezza tonnellata, alla distanza di sei miglia, con una velocità di ottocento iardi ogni secondo, risultato non mai ottenuto da Armstrong a Palliser in Inghilterra.

— Oh! gli Inglesi! esclamò J. T. Maston dirigendo verso l’orizzonte dell’oriente il suo terribile appiccàgnolo di ferro.

— Per cui, riprese Barbicane, gli ottocento iardi sarebbero la velocità massima ottenuta finora?



  1. Gli Americani davano il nome di Columbiad a questi enormi attrezzi di distruzione.