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loro lingua, ma in lettere latine; c) tre manoscritti maya molto antichi sfuggiti alla distruzione e giunti in Europa (sono conservati a Dresda, Madrid e Parigi): vi sono riferiti eventi storici risalenti anche al 10.000 a.C., se la cronologia non è leggendaria. Nel codice conservato a Dresda sono riportate una tavola delle eclissi e una relativa alla rivoluzione sinodica di Venere.

I Maya usano scrivere su strisce di tela, di pelle o di corteccia che poi ripiegano a fisarmonica. La scrittura è un misto di pittogrammi e di geroglifici molto elaborati e pregni di significati. Questi segni, scritti o scolpiti, sono detti glifi. Purtroppo, ogni tentativo di decifrazione ha dato pochi frutti, ma quei pochi non sono trascurabili. Infatti, gli studiosi sono in grado di capire i numeri, i dati astronomici e il calendario. Quest’ultimo è molto più preciso di quello gregoriano (cioè il nostro). Molto vicini alle stime attuali sono anche i dati relativi al ciclo di Venere e alle lunazioni. Innanzitutto, vi sono due calendari: quello solare o civile e quello religioso. Il calendario civile è formato da

Glifi dei 18 mesi del calendario maya e del periodo di 5 giorni aggiuntivi (uaneb).