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42 | ii. mesopotamia: l’argilla come memoria |
cerchietti. Si noterà come nel nome dei numeri si trovi traccia del principio additivo (nel 50) e di quello moltiplicativo (in 20 e 30); essi sono la testimonianza dei diversi percorsi mentali seguiti dall’uomo per quantificare la realtà già in epoche anteriori alla scrittura.
I multipli di 60 e di 600, di 3.600, ecc., hanno nomi che rispecchiano il principio moltiplicativo.
Sebbene i Sumeri usino scrivere le loro cifre per gruppi di grandezze omogenee, a cominciare dalle più grandi, il loro sistema di notazione non è posizionale, in quanto non c’è alcun rischio di confusione: ogni ordine di grandezza ha un simbolo specifico inconfondibile. È per questo che non hanno alcun simbolo per annotare l’assenza di cifre in qualche ordine. Al contrario, nella notazione decimale, la cifra 1 si scrive sempre allo stesso modo, sia che valga 1 o 100 o 1000, ecc.: il suo valore è determinato dal posto che occupa fra le altre cifre che formano il numero; per contrassegnare le eventuali posizioni vuote è necessario scrivere il segno “zero”.
Esempi di numeri: principio additivo e principio sottrattivo.
Poiché la scrittura di certi numeri richiede una quantità spropositata di tacche e di cerchi, quando se ne presenta la convenienza gli scribi adottano il metodo sottrattivo. Il “meno” è indicato con il segno LAL, formato da due linee unite ad angolo retto. Nell’angolo così formato viene annotata la quantità da sottrarre.