Pagina:Dandolo - La Signora di Monza e le streghe del Tirolo, 1855.djvu/211

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Richiesta se conosca la Mercuria, rispose:

» la conosco, anzi è una mia nemica.

Qui troviam ripetuta l’insulsa storia del canape: la conseguenza immediata di quella baruffa fu una salva di bastonate che il Caveden amministrò a sua moglie.

I due precedenti interrogatorii provan l’izze esistenti tra la Mercuria e Lucia.

Quest’ultima, interrogata se avesse dato un pomo alla Mercuria, rispose di no.


Il 30 novembre vien letta a Lucia la deposizione della Mercuria relativa al pomo; essa rispose:

» questo non è vero, nè sarà mai la verità.

Monita iterum caveata mendaciis, et a pertinacia desistat, quia Curia est satis informata quod ipsa dederit pomum prænominatæ Mercuriæ ad destructionem illustrissimæ marchionissæ pupillæ filiæ ill.mi d.ni marchionis Bevilaquæ, habitantes Villæ,

Avvertita ripetutamente che si guardi dal mentire, e dismetta la caparbietà, trovandosi il Magistrato quanto basta informato aver essa dato alla Mercuria quel tal pomo acciò l’ill.ma marchesina figlia dell’ill.mo signor marchese Bevilacqua, dimorante allora a Villa, n’avesse a sconciarsi,

proseguì a negare. La iniquità di questo costituto è patente: vi si asserisce come certo ciò ch’è semplicemente asserito da persona nemica, già caduta in contraddizioni.

Lucia vien indi richiesta se si associò alla Mercuria per istriare Cristoforo Sparamani.

Qui la pagina ci presenta una linea in bianco segnata nel suo mezzo da un tratto di penna orizzontale: a vedere la strana risposta che tien immediatamente dietro, così diversa dalle ostinate negative dei dì precedenti, m’induco a credere che quel tratto di penna suoni lo stesso che l’omissis di testè, cioè pretta tortura.

» Questo non è vero ch’io sia stata; ma è stata la Mercuria, può essere circa un anno e mezzo: io vi era pre-