Pagina:Dandolo - La Signora di Monza e le streghe del Tirolo, 1855.djvu/23

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» ...Il suo aspetto che dimostrar poteva venticinque anni faceva a prima vista una impressione di bellezza, ma d’una bellezza sbattuta, sfiorita, e direi quasi scomposta. Un velo nero, sospeso e stirato orizzontalmente sulla testa, cadeva dalle due parti discosto alquanto dal viso; sotto il velo una bianchissima benda di lino cingeva, sino al mezzo, una fronte di diversa ma non d’inferiore bianchezza: un’altra benda a pieghe circondava il viso e terminava sotto il mento in un soggolo che si stendeva alquanto sul petto a coprire lo scollo d’un nero sajo. Ma quella fronte si raggrinzava spesso, come per una contrazione dolorosa; e allora due sopraccigli neri si ravvicinavano con un rapido movimento. Due occhi neri neri anch’essi, si fissavano talora in viso alle persone con una investigazione superba; talora si chinavano in fretta come per cercare un nascondiglio; in certi momenti un attento osservatore avrebbe argomentato che chiedesser affetto, corrispondenza, pietà; altre volte avrebbe creduto cogliervi la rivelazione istantanea d’un odio inveterato e compresso, un non so che di minaccioso e di feroce; quando restavano immobili