Pagina:Dandolo - La Signora di Monza e le streghe del Tirolo, 1855.djvu/41

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Espose il Domenico d’essere già stato interrogato dal senatore Truffi intorno l’uccisione del Reineri, e di aver esposto quanto segue: « avea sentito dire ch’era stato il signor Giampaol Osio che lo aveva ammazzato; e dissi anche in quell’esame, che, andando per commissione di suor Ottavia organista del monastero verso la spezieria incontro a mia moglie, stata ivi mandata a togliere una medicina per suor Virginia, mi fermai a quella pietra ch’è davanti a s. Maurilio ch’era notte, e mi passò di dietro un servitore dell’Osio con un archibugio da fuoco in ispalla, al qual si dice il Rosso, e lo conobbi all’andare, ed anche pel lume della corda che aveva il carbone lungo, e risplendeva per modo che lo raffigurai: egli andava alla volta della casa dell’Osio, e poco innanzi era stata tirata l’archibugiata al Reineri... La sera stessa quando fui per andare a letto sentii suonare la campana di san Giovanni di portare il Sacramento; e perchè son solito andarlo ad accompagnare, andai a san Giovanni, e vidi che Lo portavano a casa del signor Reineri; e allora seppi che gli era stata tirata un’archibugiata.

Interrogato quai discorsi tenesse la mattina seguente colle monache relativamente al fatto del Reineri, rispose che le più piangevano; che suor Virginia gli mostrò dispiacere che nominasse l’Osio in quella uccisione, anzi sdegnosa lo fece cacciar issofatto insieme colla moglie dai servigi del monastero.

Elisabetta chiamata alla sua volta ad esame dichiarò di ripetere che « essendo io andata a torre una medicina alla Spezieria del Reineri, e tornando a casa ch’era scuro, e circa alle due ore di notte, sentii farsi romore, come se da un figliolo fosse stato sparato uno schioppetto, perchè fece poco romore, cioè lo sentii poco perchè andavo alla volta di casa; e nel medesimo tempo dissi — Gesù! che cosa è questa? — e quando fui al cantone