Pagina:Dandolo - La Signora di Monza e le streghe del Tirolo, 1855.djvu/55

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nimo inquieto dopo che fu condotta via quella monaca (1), andai nella camera dove stanno suor Candida e suor Degnamerita, e mi spogliavo per andar a letto con suor Silvia, la quale dorme nella medesima camera, e già m’ero cavati li panni, e serbata solo la pelizza indosso, e mi ero cavate anche le calze, e il velo di testa, quando venne all’uscio suor Benedetta Homati e mi fece cenno che uscissi; e, uscita, mi disse — io voglio ad ogni modo fuggire, ed ho fatto venire l’Osio che mi meni via. — Le risposi che non dovesse fare questa pazzia. Mi replicò che fuggissi anch’io con lei, altrimenti sarebbe stata pazzia la mia; e si avviò abbasso per la scala della chiesa, ed io le corsi dietro per trattenerla, e le domandai dov’era l’Osio; ed essa mi disse — vien con me che lo vedrai; ha di già cominciato a rompere la muraglia; — e mentre passavano questi ragionamenti tra lei e me, nel fondo della scala mi misi le calzette che aveva portato meco, e così mi condussi in giardino al luogo dove aveva cominciato a rompere la muraglia dalla parte del portone dei carri; e quando fossimo là suor Benedetta, parlando all’Osio ch’era di fuori — non sapete, che suor Ottavia non vuol venire? — e il signor Paolo rispose — faccino loro; ma per quel che sento dire di certo hanno la testa in compromesso — Intanto suor Benedetta continuava ad allargare il buco levando via dei quadrelli, e l’Osio ajutava per di fuori, replicando entrambi tanti spaventi che mi disposer a fuggire; dicendomi l’Osio, che, se ripugnavo, per esser monaca, per la confidenza che aveva in lui, mi avrebbe messa in un monastero di Bergamo. Fatta questa risoluzione, andai nella mia cella, mi finii di vestire, e, tornata al buco, escii con suor Benedetta; e


  1. Suor Virginia stata traddotta a Milano.