Pagina:Dandolo - La Signora di Monza e le streghe del Tirolo, 1855.djvu/80

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scrivendo con maggiori particolari l’assassinio della Catterina.

» Stando io per mie faccende in giardino a dir l’offizio, la Catterina mi domandò dalla finestra del luogo ov’era stata rinchiusa, che risponde appunto al giardino, pregandomi che andassi a lei, perchè aveva paura: le risposi che non potevo: tuttavia, circa alle due ore di notte, andai a lei, colla quale stetti un pezzo parlando del mal tempo, ch’era tuoni, pioggia, losnata (lampi); e in quel mentre sopravvenivano suor Virginia, suor Ottavia; e la Catterina disse a suor Virginia che non voleva più ciance da lei, e che la mattina seguente avrebbe sentito: in quel tratto era capitato anche l’Osio, e appena lo vidi, che un piè di bicocca che aveva in mano died’egli sul capo della giacente, che, per quelle botte morì senza dir niente, chè le diede dalla parte di dietro, e le ruppe anche la testa, ond’escì sangue, e restò imbrattato il suddetto piede di legno, ch’io poi lavai.


Interrogata an sit aliqua alia monialis informata tum de nece dictæ Catarinæ, quum de commercio Osii cum sorore Virginia;

respondit:

Interrogata se vi sia qualche altra monaca informata così della uccision della Catterina, come della tresca dell’Osio con suor Virginia;

rispose:

» Suor Silvia è più segretaria a suor Virginia di me; e sa delle sue cose meglio che io non so; voglio dire che la Signora confidava i suoi secreti più a lei che a me: non so però di certo che cosa lei sappia.


Interrogata an, et quoties soror Virginia exierit e monasterio, et se receperit in domo Osii;

respondit:

Interrogata se, e quante volte suor Virginia sia uscita dal Monastero, conducendosi alla casa dell’Osio;

rispose:

» Suor Virginia v’è andata diverse volte la notte, e vi stava sino alli mattutini di Carabiolo; quando voleva