Pagina:Danzi - Poesie scelte in dialetto potentino.djvu/13

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all’82, cioè dalla prima aurora di libertà alla riforma elettorale, trovano nei versi del Danzi un breve commento. Le sue parole si fanno affettuose e reverenti quando parla dell’Italia e di Roma; sono aspre contro i politicanti che per i propri trascurano gli interessi nazionali, sono dolenti ed amare quando deve constatare le tristi condizioni economiche delle nostre regioni.

Quale che sia il valore artistico di queste poesie, che pure, a mio giudizio, non è scarso; esse riproducono con efficacia ed esattezza lo stato dello spirito pubblico a Potenza nei primi tempi dell’unità, e, come documento di cronaca e di tenue psicologia paesana, non meritavano di andare perdute.

Gli esemplari della prima edizione sono diventati rarissimi: ho perciò incoraggiato il Corrado nel proposito di ripubblicare i versi di suo nonno, il quale se, come scrisse egli stesso, non trovò mai nu diàvele ca disce bangiorno a nu cruggefisse, e dovette perciò starsene cu la pace sova a chiangerse la sorta, ha avuto da lui questo postumo tributo di memore affetto.

Potenza, marzo 1912.

Dott. Michele Marino