Pagina:De' Rinaldi - Il mostruosissimo mostro, 1584.djvu/58

Da Wikisource.
56
Esempio.

nello intelletto, & nella volontà l’aff. ttioni, il quale folo è de Dio ottimo firuttatore de i nofin cuori. però fi vede ninna altra colà potere più mamfeftare gli amorofi tormenti ne°li amanti, che il volto pallido, gli occ li la 0, imofi 9 & il parlar debole, & interrotto d. con unenti, & ardenti fòfpni. come inoltra O lidione’laepiltola, chefcrme Canace à Ma:aieo. circa il pria apio, & nella epillola, cne feriti; Ipodamu ad Achile. Il che fi fc >rge nello innamorato malinconico Ergalto, quando il diurno Sand zaro. di cena nella prolà feconda. [ Staila cufcun di noi non men pietofò, che attonito ad afcoltare lecompalfioneuoli parole di Eredito il quale quantunque con la fioca voce, & miferabili accenti à fofpirare più volte ne mouelTe, nó dimento tacendo, lòlo con il vi(o magro,& pai lido, con fi rabuffàti capelli, &g!i occhi hindi per io fòuerchio piangere, ne hauerebbe potuto porgere di grandilfima amaritudine cagione. 1 Il medefimofi vede neHappaffionato Òonico per amore del’a fua ingrata paftorella, come ii medefimo Sannazaro,’moftra nella egloga ottauà. però colui, checantò Le donnei caita°lier J arme, eoli amori. -volendo moftrare, lavora! ueamorola doglie, & palliane, che patina 3r a damante, &! altredonne per amor di Ruooi e. ro, parendoli, che nella battaglia non folle vana le al fi ero Rodomon te, diceua alla ottaua terza del canto vJrimo.

Donne, e donzelle con palli da faccia
Timide a guisa di colombe stanno.

Da quella p a ìlici t zza fim 11men: - fi conofceua la grane palfione, & amoroli doglia, ebefopportaua il mi fero ca-agli ero Zei bum, -,oi che li vedala edere affretto di ìafcùrelfabdla, la quale