Pagina:De Amicis - Il romanzo d'un maestro, Treves, 1900.djvu/106

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quando una visita del sindaco gli venne a portare il primo annunzio di guerra.

Egli entrò, dopo aver scrollato con gran cura l’ombrello bianco di neve, e comparve dietro di lui il soprintendente, col viso luccicante, come se si fosse asciugato col grembiale della pizzicherìa. Tutta la persona di costui, alta e grossa, e schizzante salute, spirava a traverso a una certa benignità, l’importanza grande ch’egli attribuiva alla sua carica; grande tanto, infatti, e così profondamente sentita dalla sua famiglia, che una sua bambina (era un fatto noto nel paese), il primo giorno ch’era andata a scuola, al comando della maestra: — In piedi! — aveva domandato con ingenuità se anche lei, figliuola del soprintendente, si dovesse alzare.

Mentre il sindaco guardava per le pareti e sul pavimento, se ci fossero macchie o scrostature, il soprintendente, per imitazione, dava un’occhiata ai banchi, cercando le chiazze d’inchiostro e gl’intagli.

Il sindaco domandò conto al maestro dell’andamento della scuola. Era molto cortese: doveva aver qualche commissione delicata da compiere.

Il maestro lo sospettò quando, fatte alcune domande vaghe senza badar quasi alle risposte, quegli lo pregò di far leggere a qualcuno l’ultimo componimento, per sentir la lingua. Il tema del componimento era: Vittorio Emanuele che accorre a Roma inondata dal Tevere, nell’autunno del 1870.

Intesa la lettura d’un lavoro, disse lentamente, e con voce benevola: — Sta bene. Però.... non sarebbe male che, di quando in quando, ella desse anche qualche soggetto.... L’insegnamento letterario può benissimo venire in aiuto di quello morale.... Dicendo morale, intendo di dire precipuamente religioso. La storia religiosa offre degli argomenti stupendi. Vi sono fatti grandi.... di santi, che furono anche grandi uomini.... e in scienza, e in altro. Così si coglierebbero due vantaggi.... simultanei. D’altronde.... non è male variare.

Il maestro indovinò alla prima da che fonte venisse il consiglio.

E rispose con buon garbo: — Mi perdoni, signor sindaco.... Io credevo bene di distinguere i due insegnamenti... tanto più perchè gli alunni ricevon già